In un momento storico di incertezza, allontanamento e cambiamento globale, l’incontro con la pelle di corpi diversi dal mio, ha esaudito, in parte, la sensazione di incontro. Tutti i sensi ne risultano rinvigoriti.

Il contatto umano rimandato alle stagioni calde e soleggiate, la lontananza descriveva le stagioni fredde, le distanze ingrigivano gli stati d’animo, nuovi confini ci separavano.

La passione per le arti e discipline olistiche ha riportato colore al distanziamento sociale che stavamo vivendo. Il contatto umano aveva assunto, per me, un valore intriso di conquista e ancor più di rispetto e confronto.

Mi trovavo sulla soglia di mondi nuovi e ispiranti: percezioni, odori e colori nuovi; culture da svelare, costumi da conoscere.

La pratica Yoga, da anni, mi sostiene e mi avvicina all’arte in svariate forme.

Così accade spontaneamente di accedere alla rete di connessione umanitaria. Contattiamo l’aspetto poliglotta che ci appartiene quando ci ripuliamo da numerosi condizionamenti.

Durante l’anno 2020 è, così, cominciata l’esperienza in Ayurveda migliorando la relazione quotidiana con me stessa, a partire dal corpo fisico, esplorando la mente e le emozioni, per raggiungere, ancora una volta, le regioni dello spirito.

Come sottolinea il mio Maestro Kandeepan, bisogna partire dal benessere terreno e considerare uno stile di vita corretto. Cosa è sano per una persona non è scontato esserlo per l’altra; è necessario, quindi, sperimentare una pratica quotidiana che rispecchi le necessità individuali, soprattutto le abitudini alimentari e il ritmo circadiano.

Nella mia esperienza, la pratica Yoga è indispensabile per conoscere il respiro e il suo ritmo naturale, per proiettare la mente verso l’interno e renderla sensibile rispetto ai messaggi del corpo. Il Maestro Joythimayananda, infatti, raccomanda di praticare Pranayama e Asana ogni mattina.

Il corpo fisico è da considerarsi uno strumento sacro ed essenziale, il primo strato che ci indirizza verso la conoscenza del proprio essere.

Inoltre, tramite l’esperienza dell’insegnamento posso esprimermi e favorire l’incontro di una disciplina che ci educa alla resilienza e l’accettazione degli eventi della vita che non si possono evitare a favore di un cammino consapevole e gioioso, composto di accettazione ma anche di scelte. 

Lo Yoga diventa, per me, insostituibile e necessario per comprendere la terapia ayurvedica.

Quando massaggio sono guidata dagli insegnamenti Yoga e le persone che si sottopongono al trattamento sono rese partecipi della terapia.

Il massaggio viene ricevuto da mani disponibili a tradurre un messaggio di purificazione e guarigione, per chi si rende aperto ad un tipo di comunicazione nuova e non verbale.

L’aspetto emotivo del momento e le tendenze di carattere emergono al momento del massaggio e conducono l’operatore nella scelta della tecnica più adatta.

Grazie al massaggio ayurvedico e alla pratica Yoga ricerchiamo insieme uno stato di equilibrio, che richiama la neutralità necessaria per camminare sempre più a contatto della propria natura, prediligendo le esperienze più utili all’evoluzione e crescita personale.

A livello pratico, questo concetto si traduce in un corpo sciolto e libero da blocchi e rigidità. Dopo alcune sedute la pelle è lucente e idratata, l’intestino lavora meglio, il sonno diventa continuo e profondo, torniamo a riposare e a nutrirci con gusto e misura; lo stato emozionale è più equilibrato e la mente meno dispersa; ci riallineiamo con i cicli stagionali considerandoci finalmente parte della natura e del suo ritmo.

Il massaggio ayurvedico ti accoglie come sei e, grazie ad un impegno costante, ti riporta ad uno stato di leggerezza e purificazione, indispensabile per vivere nella gioia e relazionarsi con l’altro.