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Ki-Aikido - L'arte della pace

Unione mente-corpo per il benessere psicofisico.

Chiamato anche “arte della pace”, il Ki-Aikido nasce da antiche tecniche marziali sviluppando la capacità di risolvere i conflitti senza l’uso della violenza, in cui non ci sono né vincitori né vinti ma una nuova consapevolezza di sé in relazione agli altri per vivere meglio e in armonia.

Aiuta a mantenere il corpo in salute e facilita il rilassamento mentale, si può praticare a qualsiasi età anche senza preparazione atletica.

Aikido vuol dire letteralmente “Via dell’Armonia con il Ki”.

Il Ki è un concetto fondamentale della sua pratica: non esiste nella cultura occidentale una traduzione esauriente per definire cosa sia il “Ki”. Il Ki è qualcosa che va percepito, qualcosa che appartiene a tutte le forme di vita e che ne determina i rapporti dell’esistenza. La pratica dell’Aikido coinvolge quindi il corpo che si allena con i movimenti delle tecniche, e lo spirito che si allena ricercando il giusto atteggiamento mentale per effettuarle.

Insegnante:
SABINO DE BARI – Istruttore II DAN 

Ha cominciato a praticare Ki-Aikido all’età di 20 anni. Ha frequentato numerosi corsi nazionali e d internazionali con il maestro Kenjiro Yoshigasaki di cui segue i principi fondamentali della pratica.

IL DOSHU
M° Kenjiro Yoshigasaki

Nato nel 1951 a Kagoshima, isola di Kyushu nel sud est del Giappone, all’età di 10 anni inizia a praticare lo Yoga, e nel 1971 dedica un intero anno in India a questa pratica. Studia Buddismo Zen, Nuovo Shintoismo, Cattolicesimo e Islamismo.

Scoperto l’Aikido diviene allievo del M° Koichi Tohei, al tempo massimo esperto di questa disciplina. Nel 1973 raggiunge il grado di istruttore e nel 1977 viene in Europa come inviato del M° Tohei per assumere la direzione tecnica dell’insegnamento dello “Shin-Shin Toitsu Aikido”, in occidente più conosciuto come “Ki-Aikido”.

Il suo insegnamento si è nel tempo esteso oltre all’Europa anche al Sudafrica ed al Sudamerica. Fondata la “Ki-No Kenkyukai Internationale”, associazione alla quale aderisce anche il nostro Dojo, ne diviene il “Doshu” (la guida). Tiene regolari seminari viaggiando incessantemente in tutti i Paesi nei quali si pratica Ki-Aikido, dando l’opportunità ai principianti di vedere all’opera un maestro di tale caratura, e agli istruttori di aggiornare costantemente il proprio bagaglio tecnico… e non solo!

INTERVISTA AL MAESTRO KENJIRO YOSHIGASAKI

In tutto il mondo, la gente usava combattere con le spade, lance e altre armi. Se non avevano armi usavano i pugni o lottavano. Le tecniche di combattimento erano quasi le stesse in tutto il mondo fino all’invenzione delle armi da fuoco.

L’uso delle armi da fuoco cambiò completamente il modo di combattere in guerra. In Giappone le armi da fuoco furono importate dai Portoghesi nel 1543 e i Giapponesi cominciarono rapidamente a costruire le proprie armi da fuoco. Intorno al 1590 le armi da fuoco erano usate nei combattimenti durante le guerre e fornirono prova di essere più efficaci delle armi tradizionali, nonostante l’uso fosse ancora limitato dai limiti di fabbricazione. Intorno al 1600 il Giappone era dominato dal clan Tokukawa e successivamente dal clan Tokugawa che creò un sistema di dominazione attraverso i samurai.

Al fine di stabilizzare la loro dominazione, la produzione e l’uso delle armi da fuoco furono proibiti così come fondamentalmente ogni comunicazione con il resto mondo. Tutto ciò creò per 250 anni l’opportunità di sviluppare metodi di combattimento senza armi da fuoco, mentre in Europa queste si erano sviluppate come arma principale da combattimento. Dal 1800 l’Europa cominciò a colonizzare la Cina. Gli Europei non erano interessati al Giappone poiché troppo piccolo rispetto alla Cina.

Anche gli Stati Uniti d’America vollero partecipare alla colonizzazione della Cina e intendevano usare il Giappone come porto di appoggio prima di arrivare in Cina. Intorno al 1860 le navi Americane arrivarono in Giappone imponendo un porto come proprio territorio. In seguito anche gli Stati europei pretesero un porto, così che il Giappone si trovò in grave pericolo di essere colonizzato come la Cina. Il Giappone decise così di creare un forte esercito per difendersi dagli Stati Uniti e dall’Europa; le spade furono proibite e furono prodotte armi da fuoco.

I clan di samurai che mantenevano la tradizione delle tecniche di spada non erano contenti e cercarono di mantenere la tradizione. Una via fu di convertirle in sport. Furono creati il Judo e il Kendo e in seguito il Karate.

Queste arti marziali di tipo “sportivo” ebbero sviluppo nelle università. Le arti marziali che non vollero diventare sport erano chiamate Kobudo o Jujitsu. Un tipo di Jujitsu, chiamato Daitoryu Jujitsu divenne poi la base tecnica dell’Aikido.

È necessario sapere che le tecniche del Judo provengono da un’arte marziale che non usava la spada, così come il Karate. Questo è il motivo per cui le tecniche di Karate includono tecniche di bastone ma non di spada. Il Kendo era basato su tecniche di spada ma era divenuto uno sport. Daitoryu Jujitsu fu creato da qualcuno a cui piaceva la spada e che era bravo nelle tecniche con la spada. Sviluppò tecniche senza armi usando la sua abilità con l’uso della spada. Questo è il motivo per cui le tecniche di Daitoryu Jiujitsu sono molto differenti dalle tecniche del Judo o del Karate.

Effettivamente le tecniche di Daitoryu sono molto simili alle tecniche del Kendo. In ogni caso, nel tempo, mentre la gente praticava le tecniche, dimenticava la spada e pensava più al loro uso nelle situazioni per strada nella propria società.

Dopo la seconda guerra mondiale, c’era un’idea generale che il Giappone non avrebbe dovuto combattere e che la gente non avrebbe dovuto avere né armi da fuoco né spade. La gente pensò al combattimento per strada senza armi o forse con bastone o coltello. Il nuovo nome dell’Aikido nacque in quella situazione. L’idea dell’Aikido era di controllare la situazione senza combattere. Questa mentalità corrispondeva alla tendenza negli Usa e in Europa dopo il 1960 e l’Aikido cominciò sostenuto filosoficamente. L’idea di risolvere i conflitti senza combattere divenne parte della filosofia dell’Aikido.

Quindi arrivò l’idea della difesa personale. Che cos’è la difesa personale? In realtà non c’è alcuna differenza tra attacco e difesa. Quando uno compie una certa azione contro un altro, è detto attacco; poi l’altro fa qualcosa e questo è detto difesa. Quindi la difesa è permessa solo quando uno è attaccato. Se l’attacco avviene senza armi, è possibile attendere fino a quando questo arriva a fare qualcosa a riguardo. Ma se un attacco è con armi da fuoco o altre armi altamente sviluppate, è in ogni modo impossibile difendere se stessi dopo che l’attacco è cominciato. Significa che dobbiamo sparare all’altro prima che egli ci spari.

Ed ecco che nasce l’idea di conoscere l’intenzione dell’altro. Se una persona ha una pistola nella mano, un poliziotto dubita della sua intenzione e immediatamente gli intima di deporla e alzare le mani. Se è buio, che cosa dovrebbe fare il poliziotto? Forse un poliziotto è obbligato a sparargli prima che l’altro possa sparare a lui? La domanda ora può essere se il poliziotto giudica la situazione correttamente o no.

Se l’attacco e la difesa avvengono tra due Stati diventa più complicato. Può essere che uno Stato sia attaccato ma non sappia da chi, oppure che possa supporre che l’attacco provenga da un suo nemico e cominci un attacco in nome della difesa. Fra due esseri umani, questo è chiamato vendetta ed è proibito dalla legge. In ogni caso il governo può punire il criminale così che la vittima non debba vendicarsi. Tra due Stati, non c’è alcuna autorità al di sopra, così che la vendetta è permessa. Di nuovo non è facile distinguere la vendetta dalla difesa. L’intero problema nasce dal fatto che l’atto dell’attacco, della vendetta e della difesa sono la stessa cosa. È solo una questione di interpretazione.

In Aikido è possibile creare una filosofia completamente nuova. Aikido non deve essere una difesa personale. Difesa è uguale ad attacco. L’Aikido è una via che crea situazioni nelle quali un attacco è difficile che accada. Se un attacco non accade, la difesa non è necessaria. Penso che questa sia la sola via per la pace.”

tratto da Mei Skin Kan Ki-Aikido Novara